Uneba - Un patto educativo tra la famiglia e la scuola.
Ecco il grande progetto che conta circa un migliaio di realtà aderenti tra cui almeno 150 impegnate con i minori in difficoltà. Non è stato solo un convegno di studi alla presenza di circa 400 esperti e addetti ai lavori che si è svolto all’Università catanese - "Bambini e ragazzi quale futuro? Tra responsabilità e nuovi modelli genitoriali per la famiglia e per la comunità" - è stato soprattutto un grido d’allarme per le condizioni di una sempre più larga fetta di giovani e giovanissimi che vivono nel nostro Paese.
In una condizione di drammatica denatalità, alla luce di una situazione economica in cui si avvertono solo timidissimi segnali di ripresa, in un quadro di crescente disgregazione familiare, possiamo permetterci di trascurare le condizioni di tanti minori?
«La rete a cui pensiamo – spiega Franco Massi, presidente Uneba – punta a creare un percorso di ricerca e di azione non solo tra i nostri associati ma anche tra tutte le realtà che condivideranno questo progetto. Si tratta di mettere a punto una strategia comune, di coordinare gli interventi e di lavorare per arrivare condizioni uniformi di interventi tra le varie Regioni».
«Educare oggi è più difficile che per le generazioni precedenti, e affiancare i genitori nel compito educativo appare un lavoro insostituibile e non più procrastinabile, che paga di più (ma che non per questo sostituisce) della mera prevenzione dei fattori di rischio o della cura delle patologie».
La riflessione è arrivata da don Edoardo Algeri, presidente della Confederazione dei consultori di ispirazione cristiana, che è intervenuto al convegno di Catania. Quali sono i nuovi bisogni con cui dobbiamo confrontarci nella nostra società? E don Algeri aggiunge: «Il cambiamento d’epoca che coinvolge anzitutto le famiglie nella nostra società ha prodotto nuovi bisogni, che sollecitano i servizi a ricercare risposte sempre più pertinenti. Nello specifico, si rende evidente proprio la fatica di educare nella quotidianità di tanti genitori "normali" in famiglie che oggi si presentano anche tanto diverse fra loro. Occorre dire che le trasformazioni intervenute nella struttura familiare sono talmente interconnesse tra loro che determinano una ristrutturazione radicale dell’essere famiglia, dell’essere genitori, del significato stesso dell’educare». «Per quarant’anni l’attenzione dei consultori familiari - sottolinea il presidente don Algeri - si è maggiormente concentrata sulle famiglie che stanno male (famiglie d’origine di minori allontanati, famiglie mal-trattanti ecc.), o che si trovano in fasi critiche del ciclo vitale, in situazione di vulnerabilità, sulle persone che nella famiglia hanno bisogno di cure ed interventi clinico-sanitari, sul prevenire i fattori di rischio attraverso appositi interventi di tipo preventivo (educazione alla salute nelle scuole, corsi di preparazione al parto...) ».
G. Bosoni