I CONSULTORI FAMILIARI - Attualità della intuizione geniale di un prete siciliano a Milano

chagallDalle parole di Pantaleo Nestola emerge chiaramente che Il Consultorio è innanzitutto un impegno forte nella comunità, che ha il dovere e la responsabilità di favorire la crescita dei componenti di tutta la società.

 

Si tratta di un servizio quindi alla famiglia ma anche ai suoi singoli componenti, alle parrocchie, alle scuole, ai gruppi, alle associazioni. Consultorio Familiare significa che è rivolto a tutti. Infatti la persona - donna, uomo, giovane, adolescente, anziano - è comunque inserita in un ambito familiare e da esso e per esso è coinvolta in situazioni diverse.

 

Ecco quindi delinearsi il senso delle attività consultoriali: la consulenza che aiuta il singolo o la coppia a raggiungere la piena realizzazione, per ritrovare o migliorare la dinamica del rapporto, per aiutare a individuare i problemi che riguardano la paternità e maternità responsabili.

 

Aiuta a definire i diritti e i doveri degli adulti e dei bambini; è uno strumento per la comprensione reciproca tra figli e genitori e scuola. Il consultorio familiare può essere considerato come un'organizzazione sociale che ha relazioni con l'ambiente circostante secondo una struttura di scambio. Uno scambio che si attua sia nei confronti dei servizi sociali e territoriali sia verso le persone che vi si rivolgono.

 

In effetti, tutti i termini usati per descrivere lo specifico del servizio consultoriale riguardano la dimensione dinamica dell'apertura, della flessibilità, sia che si riferiscano alla metodologia che ai contenuti, alle finalità e allo stile che caratterizzano le relazioni organizzative (interdisciplinarità, integrazione, collegialità, lavoro di rete). È uno dei centri di collegamento tra servizi formali e informali, tra volontariato e istituzioni, tra professionisti della relazione di aiuto e reti familiari e amicali.

 

In tale prospettiva si può dire che il consultorio familiare ha ancora molti doni da offrire al territorio. Con l'impegno di valorizzare meglio la dimensione organizzativa nella formazione degli operatori consultoriali.


Il sistema organizzativo del Consultorio Familiare, tramite l'équipe dei propri consulenti, tutti altamente e professionalmente preparati a tale servizio, fa sorgere le proposte di attività di formazione, prevenzione, approfondimento culturale.


Consultorio Familiare di Ispirazione Cristiana: non è solo dunque un'etichetta per Pantaleo ma è una linea programmatica; è un "farsi prossimo"; è una convinzione che i cristiani devono essere in prima linea quando si tratta di sofferenza, di disagio ed anche attivi nell'indicare le strade della preparazione ad una vita familiare più matura.

 

G. Bosoni


 

I CONSULTORI FAMILIARI.

Attualità della intuizione geniale di un prete siciliano a Milano

di Pantaleo Nestola

 

liggeriIl consultorio familiare rientra a buon diritto tra i lasciti più preziosi che il secolo ventesimo ha fatto al secolo ventunesimo.

Il secolo passato è ricco di pronunciamenti in ambito civile, giuridico ed ecclesiale, di una ricchezza mai registrata prima. Accanto ai pronunciamenti c’è stata però la fioritura di una realtà pratica nata in tempi difficilissimi e altamente provati, quali furono gli anni della seconda guerra mondiale e del dopoguerra, che aveva messo sotto scacco la vita stessa della famiglia. Quella realtà pratica di servizio integrato alle famiglie sono i consultori familiari.

Oggi possiamo registrare l’attualità dell’intuizione di don Paolo Liggeri di assistere le famiglie nel pieno del 1943, intuizione dalla quale presero l’avvio tutti gli odierni consultori familiari.

 

I consultori, infatti, continuano ad essere la risposta operativa alle domande di sostegno ed aiuto provenienti dalla famiglia nelle manifestazioni, diversificazioni e ramificazioni dovute alla sua vitalità affettivo-relazionale. La nascita costante di nuovi consultori è la prova della loro necessità e della presenza di richieste sempre più pressanti e variegate nei contesti vivi, articolati ed al contempo problematici, sia civili che ecclesiali, dei nostri territori. I consultori familiari d’ispirazione cristiana sono spesso espressione del volontariato partecipativo presente nei tessuti aggregativi delle comunità territoriali. Tale volontariato, attento a leggere la famiglia, ne coglie le necessità e si attiva a dare una risposta professionale e qualificata d’intervento in tutte le declinazioni relazionali attuali e situazionali del familiare, senza muri, senza barriere, senza distinzione di stato di vita di cultura, religione, seppure con attenzione e rispetto verso queste. Impegno, pertanto, di attenzione e supporto per la famiglia umana, semplicemente tale, nelle sue componenti personali e generazionali, nel suo complesso vitale interno e nella sua complessità concreta e palpitante con la società con la quale variamente interagisce.

 

Perché tante sono le ricchezze e tante sono le fragilità di noi che viviamo in famiglia e che vogliamo solamente portare a compimento il sogno tutto umano di realizzare noi stessi mentre collaboriamo alla realizzazione di coloro che ci sono vicini affettivamente e con i quali ci impegniamo a costruire un progetto di vita. Vicini così tanto fino a diventare ed essere intimi, come coppia, come genitori, come figli, come famiglia nella possibilità tangibile, spirituale e corporea, di vivere la costellazione delle sue relazioni, nella luminosità, nei chiaroscuri, nelle potenzialità e nelle difficoltà che le possano caratterizzare. Il tutto nel prezioso momento che passa e nel tempo che permane, altrettanto prezioso, sempre. Tutto il tempo infatti è dono prezioso. Perché in questo tempo prende forma il compimento di quel sogno, che spesso viviamo spontaneamente, che diamo per scontato; ma nella cui realizzazione talvolta possiamo trovarci in difficoltà, perciò ci fa star male, ci fa soffrire e fa soffrire gli altri, in tante forme, soprattutto i nostri intimi, dai più piccini ai più anziani.

 

L’ispirazione cristiana di volontariato e di professionalità qualificata in un impegno profondamente umano fa dei consultori un luogo e uno strumento privilegiato di prossimità e immedesimazione nell’avventura storica riservata all’uomo e alla donna e, contestualmente, ne fa un’espressione concreta e pubblica della Chiesa che agisce, che sa rimboccarsi le maniche, partecipare delle gioie proprie delle relazioni affettive e dei dolori che ti mettono alla prova, dei problemi e difficoltà che le lacerano e che, rinascendo da sentimenti talvolta di morte o ricostruendo dalle macerie, sono fonte di più intime gioie e di gratitudine alla vita. Pertanto, tra le molte manifestazioni di prossimità della Chiesa alle donne ed agli uomini di oggi in Italia possiamo ben annoverare l’attività dei consultori familiari d’ispirazione cristiana. Essi sono una dimostrazione pratica dell’agire sollecito della Chiesa e dell’impegno dei cristiani nel sociale, più specificatamente nel familiare.

 

Il consultorio familiare, in quanto tale, è allora il luogo-comunità che sa accogliere, sa aprire le porte e le braccia, fa sentire che le pareti della casa interiore che ti porti dentro sono ancora intatte o puoi ricostruirle, se lesionate e persino diroccate, per accogliere il tuo cuore infranto o soltanto stanco. Per accogliere anche la tua mente, che quando si tratta di questioni di famiglia batte all’unisono col cuore. Consultorio comunità di persone esperte nel coniugare il verbo ascoltare. Le parole, il tono di voce, le inflessioni dettate dell’emozionarsi, fino a piangere o gridare a se stessi, all’altro, al mondo.

 

Esperte dell’ascoltare e del vedere, nei tanti modi di guardare degli occhi, di compiere gesti, di protendersi del corpo e di comunicare dell’anima. Comunicare dell’anima. Non soltanto della mente che cerca chiarezza, luce, verità, ma anche del cuore che respira affetti, emozioni, bontà, e dello spirito che insegue inquietudini, stupori, bellezze. Esperte nel guardare e far guardare la vita nel mistero della propria esistenza. Opera di discernimento si dice oggi. Per accompagnare. Accompagnare mentre si legge nella storia della persona e del suo mondo. Che non è soltanto sguardo all’indietro ma lettura del presente alla luce del futuro possibile. Che è presa di coscienza del frammento attuale, che forse è anche frangente drammatico della vita personale, ma che può essere simile al solco iniziale che apre il terreno da arare e seminare per nuovi germogli e nuovi raccolti, in una storia rinnovata o rivitalizzata.

 

Allora l’aiutare nell’accogliere fin dal primo relazionarsi, il dialogare nell’ascoltare, l’orientare nel guardare, strutturano e danno forma al collaborare con la persona, la coppia, la famiglia, restituendo loro l’essere protagonisti della verità, della bontà e della bellezza inscritta nel loro dire, amare e fare, verbi permanenti dell’essere da coniugare nell’esistere quotidiano, lieto, faticoso, doloroso, spesso mortificante, ma anche risorgivo.

 

Tutto allora, piano, con rispetto, con pazienza, attenzione, reciproca intesa, fiducia, affidamento, con apertura all’attesa ed alla speranza, prende le sembianze del cammino fatto insieme, del sinodo autentico, che è scambio partecipato ed intrecciato di esperienze di vita. Esperienze professionali dello specialista consultoriale. Esperienze di senso, di aneliti, di combattimenti, di lacerazioni che trapassano la vita della persona che bussa alla porta del consultorio. Consultorio, dunque, come luogo e comunità sinodale.

 

In questi tempi, tra il Sinodo straordinario e il Sinodo ordinario della famiglia, celebrati dalla Chiesa, e il Sinodo dei giovani di imminente celebrazione nell’autunno di quest’anno, la parola sinodo è divenuta quasi comune e di comprensione immediata, soprattutto in alcuni ambienti. Essa si addice molto bene all’agire del consultorio familiare, il cui saper fare dei vari specialisti confluisce nel confronto di discernimento dell’equipe che studia, valuta ed orienta verso il meglio per la persona che ha richiesto il suo aiuto e la sua collaborazione. Un meglio non statico, ma dinamico, poiché la conoscenza, l’intesa ed il rispetto tra i professionisti del consultorio sa inviare e accompagnare ad altro specialista di altra area una particolare problematica che si presenti nel percorso compiuto con la persona o con la coppia, oppure aprirsi e proporre ad una conduzione condivisa tra colleghi, nella consulenza individuale, di coppia o familiare.

 

Guardando ancora dentro l’equipe consultoriale, che potremmo definire operatore principe del consultorio, possiamo scorgere che tale metodologia è mutuata dalla famiglia. Sotto questo aspetto l’attributo familiare del consultorio non deriva ad esso soltanto dalla famiglia in quanto oggetto della sua attenzione, ma anche dallo stile di questa. La famiglia, infatti, ha come modo, aspirazione e scopo il camminare insieme, all’unisono, verso il progetto prefigurato da costruire, ancora una volta, insieme, per il bene dei singoli, della sua compagine e della società.

Agire sinodale del consultorio come equipe, agire sinodale del consulente e dell’utente insieme (singolo, coppia, famiglia), agire sinodale della famiglia nel suo interno, affinché ciascuno possa condurre a compimento la propria sinodalità personale verso il perfezionamento del sé nella dimensione soggetto-comunità. Lo specialista di consultorio familiare in tutto questo è l’umile collaboratore per eccellenza nella realizzazione di un progetto di vita seconda la dimensione familiare della persona.

 

Di questa sinodalità di scopo sono partecipi, sebbene in modi diversi o formalmente lontani, anche quegli enti, istituzioni, associazioni, che promuovono e sostengono i consultori familiari o affidano loro attività e servizi, convinti delle professionalità e delle specializzazioni che essi mettono in campo.

 

Altra idea-prassi dei consultori d’ispirazione cristiana mutuata dalla famiglia, dal suo dinamismo e dalla sua storia è la plasticità. Questa proprietà fa si che il consultorio adegui i suoi servizi non soltanto alla persona, alla coppia ed al gruppo famiglia che via via accoglie ed accompagna nel frangente di cui si fa carico e si prende cura, ma lungo il suo operare adegua i servizi all’evoluzione delle situazioni che la famiglia ed i suoi componenti affrontano. Così, soltanto per esempio, dall’attenzione privilegiata iniziale alla coppia, oggi, pur continuando a coltivare questa, ci si adopera a favore dei figli dei separati con l’attività dei Gruppi di parola e, ancor più di recente, nella collaborazione nei casi di nullità matrimoniale. Questa plasticità è coadiuvata dalla stessa lettura della problematica familiare che il consultorio conduce al suoi interno, che lo conduce a prevedere bisogni e aspettative e, di rimando, mette in campo attività e metodi di risposte adeguate, secondo il principio della appropriatezza.

 

La ricerca dell’appropriatezza della risposta ad una domanda ci riporta all’idea iniziale, semplice e pratica, dalla quale sono scaturiti i consultori familiari: aiutare le famiglie in difficoltà, idea-prassi di Don Paolo Liggieri in una Milano piena di sfollati a causa di una guerra mondiale che aveva fatto del genocidio una delle armi ideologiche e pratiche strutturalmente più potenti ed umanamente più devastanti. Genocidio è sopprimere uomini, donne, bambini in forma brutalmente sistematica, si da annientare la cultura, i valori e il principio stesso da cui nasce un popolo: la famiglia. Le leggi razziali, in ultima analisi, puntavano al cuore della famiglia, alla sua stessa ragion d’essere, al suo principio generativo, senza sconti. Chi lavorava per le famiglie andava contro il sistema di quelle leggi e don Liggieri ne pagò le conseguenze nei campi di concentramento.

Conobbe San Vittore, Fossoli, Mauthausen, Dachau. All’ideologia ed alle pratiche di morte si opponevano i valori e la pratica della vita. Alla devastazione delle generazioni si opponeva l’affermazione della grandezza degli affetti, ambiente ideale per nascere e crescere. La genuinità di quell’idea si diffuse ed è attiva fino ai giorni nostri, essendo i consultori figli di quell’idea che difendeva la genuinità primigenia della famiglia, che purtroppo ancora oggi, in molte parti e forme, vediamo oggetto di offesa, vilipendio, strumentalizzazione, profanazione, schiavizzazione, nei suoi componenti e di distruzione nel suo complesso. Vedi prostituzione, bambini e bambine soldato, pedofilia, vendite di organi, emigrazioni violente, guerre in atto. Violenze delle cui conseguenze non pochi dei nostri consultori si fanno anche carico in quello che possono.

 

Viviamo “Non un’epoca di cambiamento, ma un cambiamento d’epoca": così Papa Francesco. Salvaguardare, promuovere, far risplendere la genuinità della famiglia, prendersi cura di essa, facendosi prossimo ad essa, curandone le ferite ed alleviandone le sofferenze per quanto possibile, significa concorrere positivamente a questo cambiamento di epoca, andando alla fonte dell’origine e della formazione dei soggetti della Storia, affidata fin dal principio all’uomo e alla donna ed alla loro comune responsabilità, nello stupore della creazione e della redenzione, nelle quali la vita ha sempre la meglio sulla morte, pur se le apparenze danno a questa la vittoria.

 

Nell’attualità del nostro mondo mediato da Web, Facebook, Instagram, Twitter e via cliccando, anche essi segni e fattori nel cambiamento di epoca, stabilire relazioni immediate con gli occhi che cercano, si soffermano e si adagiano su altri occhi, leggono e penetrano altri occhi, stabilire relazioni immediate con le parole che incrociano sfumature di parole nei toni e nel vocabolario, accompagnare la gestazione e la gestione degli affetti, cercare la possibile soluzione dei conflitti legati a quegli affetti, gioire con i sorrisi nati dal dolore e dal pianto, con chi si apre alla fiducia in se stesso ed alla speranza, condurre alla riscoperta della comprensione di sé, del perdono per sé e per gli altri, è contribuire a fare un mondo migliore.

 

E questo si compie anche nel consultorio familiare. Luogo-comunità dove spesso la famiglia arriva ferita dalle sue stesse relazioni mal gestite, dalla società sorda ai suoi bisogni, dagli eventi dolorosi della vita, dagli egoismi accentratori, dalla mancata presa di coscienza adeguata dei propri bisogni, dalla difficoltà di fruire di una visione congruente con la realtà propria e circostante. Consultorio luogo-comunità dove la persona trova l’opportunità di cercare non soltanto chi è nella situazione vissuta e perché si trova in essa, ma può anche trovare durante il cammino, forse soggetto a sconforto e delusione, la possibilità di ritrovare o di rinnovare il motivo ispiratore della propria vita e, soprattutto, per chi è, termine ultimo della sua dimensione e aspirazione familiare, affettiva, ideale, sociale.

 

 

Roma, 13 04 2018

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